30/04/2015 Notizie

Tour #dirittialfuturo chiude a Conegliano

Per la decima e ultima tappa del Tour #dirittialfuturo siamo in Veneto, una terra dove ci si è sempre rimboccati le maniche di fronte a difficoltà e calamità naturali e dove c’è una realtà che ha saputo dare una risposta concreta al disagio giovanile della dipendenza, nelle sue varie forme.

Siamo al Centro per le Dipendenze Giovanili (Ser.D. – modulo giovani) di Conegliano, accompagnati da Aurea Dissegna, Pubblico tutore dei minori del Veneto. La ricerca della serenità è il filo conduttore che unisce la struttura, gli sguardi degli operatori e i 15 ragazzi con problematiche di abuso/dipendenza.

Dal 2000 ad oggi, la fascia di età dei ragazzi seguiti si è drammaticamente abbassata passando dai 15 ai 24 agli 11-20. Gli operatori hanno capito che non potevano aspettare che fossero loro a chiedere aiuto (come previsto dalla normativa di riferimento) e quindi sono semplicemente andati a prenderli in strada. Ma, ancora, subito, si sono resi conto che il percorso ambulatoriale non bastava per un’età così complessa e si sono autorganizzati in sinergia con l’intera comunità civile, politica e sociale. Famiglie, scuole, Forze dell’Ordine, ospedali, comunità, servizi sociali, comunità educative, tutti coordinati per prevenire le dipendenze. Sono nati così una buona prassi e un documento per mettere nero su bianco le regole organizzative per rendere più efficaci le azioni di prevenzione e l’attivazione di percorsi riabilitativi attraverso un protocollo. Un documento che rimarrà oltre le persone.

E infatti il sindaco Floriano Zambon ci racconta quanto il Ser.D sia diventato un “parafulmini per l’intera Regione. Un modello innovativo da ripetere anche altrove”. Il Direttore Servizi Sociali dell’USL7 Giuseppe Bazzo ha sottolineato, invece, l’importanza di collocare il fenomeno in un quadro più ampio, osservando e soprattutto sostenendo l’intero ecosistema, di famiglie e scuole.

Cuore della visita è, come sempre, l’incontro con i ragazzi: nemmeno il tempo delle presentazioni e già i ragazzi raccontavano il loro “lavoro”. Nessuna realizzazione materiale, ma un lavoro interiore, un cammino quotidiano alla ricerca di nuovo equilibrio.

Alex, Maddalena, Giulio: percorsi di vita diversi ma uniti dalle cose semplici che oggi rappresentano la loro àncora di salvezza. Come la musica. “Il nostro non è un vero lavoro è una missione” ci racconta Alessandro Beccaglia responsabile del gruppo. Adolescenti già uomini ma a volte uomini ancora adolescenti, con la consapevolezza che il futuro va conquistato e che il proprio domani dipende unicamente dall’impegno e dalle regole che si daranno. I ragazzi, e gli operatori di Conegliano, lo sanno. Sanno che si trovano in una zona di confine tra i “casini che stanno fuori” e il domani ancora incerto.  Abbiamo poi conosciuto i “peer educators” ragazzi provenienti da 3 scuole superiori del territorio che portano avanti un’azione importante di prevenzione sull’alcol. Ragazzi che parlano ai ragazzi.

Torniamo a casa ancora una volta carichi di responsabilità ma con la consapevolezza che le soluzioni ai problemi sono spesso nascoste ma esistono.

Qui la cronaca integrale di questa intensa ed emozionante giornata a Conegliano.

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