Tutela dei minori online, l'Autorità garante: "Responsabilizzare le famiglie"
Proibire e porre un limite d’età non basta. Servono anche più spazi liberi e in presenza per i ragazzi, lontani dallo sguardo di Big Tech
Non basta proibire l’accesso ai social: occorre responsabilizzare il mondo adulto. È questo il messaggio centrale del parere (qui il testo integrale) che l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza Marina Terragni ha trasmesso al Presidente della 8ª Commissione del Senato, Claudio Fazzone, sul disegno di legge n. 1136, contenente disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale.
Il parere analizza il dibattito in corso tra chi sostiene la necessità di limiti di età rigorosi e verifiche da parte delle piattaforme per contrastare i disturbi correlati all’accesso precoce a internet e social network, e chi ritiene più efficace sviluppare la consapevolezza critica dei giovani.
Ogni misura proibizionistica, secondo Terragni, presenta criticità. Il documento richiama infatti l’attenzione sul ruolo del mondo adulto. Vale a dire sui gestori delle piattaforme, che alimentano la dipendenza degli utenti fin dalla prima infanzia, sui genitori e sugli educatori, spesso iperconnessi, che devono essere coinvolti e responsabilizzati. Per questo viene apprezzata la previsione, all’articolo 6 del disegno di legge, di campagne informative rivolte a chi esercita la responsabilità genitoriale. I patti digitali già attivi in diverse zone del Paese rappresentano una buona pratica in questa direzione.
Sul piano tecnico, l’Autorità garante suggerisce di stabilire un’unica soglia anagrafica, 15 o 16 anni, sia per l’accesso ai social network sia per il consenso digitale, mentre l’attuale formulazione del disegno di legge le differenzia. Si segnala inoltre l’opportunità di coordinare queste disposizioni con la legge n. 132 del 2025, che fissa a 14 anni l’età per accedere a piattaforme di intelligenza artificiale.
Il parere sottolinea come sia necessario restituire a bambini e adolescenti maggiore spazio-tempo in presenza, libero dalla supervisione adulta e dall’occhio delle piattaforme. Il progetto dell’Autorità garante “Strade in gioco” va in questa direzione, sollecitando i comuni a organizzare spazi urbani dove i ragazzi possano incontrarsi liberamente. Un tessuto relazionale vivo rappresenta il presidio più efficace contro isolamento ed eccesso di tempo-schermo.
Il documento richiama infine l’importanza di un ascolto continuativo dei minori e degli ex-minori della Generazione Z: I nativi digitali conoscono più di tutti i rischi del mondo online e stanno già sperimentando forme di resistenza e di digital detox.























