03/10/2025 Notizie
Famiglia

Terragni: “Famiglie fragili, minori a rischio. Serve più ascolto e fiducia nei giovani”

Alla Conferenza nazionale infanzia e adolescenza, l’Autorità garante richiama l’attenzione su solitudine, digitale e ruolo educativo delle famiglie 

Nel suo intervento alla Conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza del 3 ottobre, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Marina Terragni ha posto al centro il tema della fragilità delle famiglie, sottolineando come molte delle criticità che colpiscono bambini e adolescenti siano riconducibili a nuclei sempre più isolati, instabili e privi di supporto comunitario. “La famiglia resta la prima e insostituibile agenzia educativa”, ha affermato, evidenziando però come spesso non riesca a svolgere pienamente questo ruolo. 

Terragni ha denunciato la dipendenza digitale degli adulti, che si riflette sui minori, e ha richiamato l’attenzione sul peso economico dell’industria del gaming e del porno online, che coinvolge anche i più giovani. Ha inoltre ricordato che l’87% dei casi di violenza e abuso avviene in ambito familiare, con un terzo riconducibile a violenza assistita. In questo contesto, ha rilanciato l’importanza della mediazione familiare, da attivare su base volontaria e in assenza di violenza. 

Tra le criticità evidenziate, anche l’isolamento delle madri nel post partum, la tendenza a delegare alla scuola o alla sanità compiti educativi e la necessità di informare gli adolescenti sui limiti della fertilità e della procreazione medicalmente assistita. 

Terragni ha infine invitato a evitare il catastrofismo e a coltivare la fiducia nelle nuove generazioni, capaci di sviluppare forme di resistenza alla dipendenza digitale e di chiedere spazi sicuri, liberi dal giudizio. Da questo ascolto è nato il progetto “Strade sicure”, che promuove la creazione di spazi urbani in cui bambini e ragazzi possano incontrarsi in presenza, senza la mediazione degli adulti. 

“Se ci atteniamo al superiore interesse del minore e alla riduzione del danno per il maggior numero – ha concluso – è più difficile sbagliare”. 

 

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