Marina Terragni: “Assicurare il diritto all’ascolto e alla salute per Lisa”
Intervento sul caso di una bambina di nove anni di Venezia. Appello ai magistrati che seguono la vicenda

Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, interviene sul caso di Lisa, nome di fantasia, una bambina di nove anni che vive a Venezia con la madre. “Il padre – riferisce Terragni – è entrato a fare parte della sua vita solo successivamente alla nascita: in principio aveva infatti rifiutato la paternità chiedendo alla madre di interrompere la gravidanza. Dal 2022 Lisa ha assunto anche il cognome paterno”.
“In seguito a ripetuti episodi di crisi emotiva con dispnea, il 20 giugno scorso è stato necessario per la bambina ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’Ospedale S. Angelo di Mestre. La diagnosi è stata di ‘iperventilazione in corso di stress emotivo’ con tachicardia, agitazione e tremori. Anche l’Uoc Infanzia adolescenza e famiglia della Ussl 3 della Regione Veneto ha certificato uno stato di ‘importante sofferenza psichica’ di Lisa che non ha consentito una ‘valutazione psicodiagnostica’”.
“Gli episodi di malessere si sono verificati unicamente in relazione a incontri protetti di Lisa con il padre. Lisa ha dichiarato di averne paura e di non volerlo vedere. Per il resto la bambina appariva serena, a detta delle insegnanti era ‘inserita molto bene nel gruppo classe, socializza con i pari e con gli adulti, è allegra, partecipa attivamente con entusiasmo alle proposte didattiche e in generale alle attività proposte’”.
Il 5 luglio 2024 la Corte d’appello di Venezia ha affidato Lisa ai servizi sociali perché organizzassero le visite padre-figlia promuovendo il loro avvicinamento. “Successivamente però i servizi sociali del Comune segnalavano in varie relazioni di non poter dare corso al progetto di riavvicinamento, oltre la necessità di ‘condividere un progetto di supporto della minore con valutazione neuropsicologica con i Servizi Aulss 3 per non continuare a esporre la minore a situazioni di preoccupazione e difficoltà’”.
“In altre relazioni i servizi sociali avrebbero riferito di comportamenti intemperanti da parte del padre che li avrebbero indotti a organizzare gli incontri protetti presso la sede della polizia locale al fine di garantire un contesto sicuro e tutelato per la minore”.
In considerazione di quanto riferito l’Autorità garante Marina Terragni esprime l’auspicio che Lisa possa a breve essere ascoltata dal giudice – come peraltro espressamente richiesto dalla stessa bambina – in merito alle ragioni della permanenza di gravi difficoltà nei rapporti con il padre, difficoltà tali da indurla a rifiutare gli incontri. “L’ascolto del minore – sottolinea Terragni – resta infatti una pratica imprescindibile, con particolare riferimento ai procedimenti che li riguardino”.
Sempre in nome del principio fondativo del superiore interesse del minore – così come affermato dall’articolo 3 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza –Marina Terragni auspica altresì che si consideri come prioritario il diritto di Lisa alla salute, diritto che oggi potrebbe essere a rischio in un contesto che le impone una relazione da lei vissuta come minacciosa e traumatica. “Il grave stato di disagio reiteratamente manifestato dalla bambina si configura infatti potenzialmente prodromico allo sviluppo di un disturbo psicologico cronico”.