10/08/2017 Notizie

Codice fiscale minorenni in collocamento temporaneo e affidamento preadottivo

I minorenni che si trovano in stato di collocamento temporaneo o di affidamento preadottivo non possono utilizzare il proprio codice fiscale per ragioni di riservatezza e per questo si trovano nella difficoltà di esercitare una serie di diritti fondamentali. E’ quanto segnala l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, in una nota inviata il 9 agosto all’Agenzia delle Entrate, sollecitando la previsione di “modalità operative uniformi sul territorio nazionale che consentano di conciliare le esigenze di riservatezza del minorenne con il diritto di accesso ai servizi essenziali”.

Nel periodo che intercorre tra l’ingresso nella nuova famiglia e la sentenza definitiva di adozione, infatti, il minorenne per il quale è stato aperto un procedimento di adottabilità conserva cognome e codice fiscale originari. Durante questa fase, come pure in quella successiva dell’affidamento preadottivo, occorre però garantire la riservatezza dei suoi dati anagrafici per evitare che possa essere rintracciato dalla famiglia di origine. Ma questo determina una compressione di alcuni diritti fondamentali, in primis quello alla salute, all’educazione, al gioco e al tempo libero, alla sicurezza e previdenza sociale. Nella pratica, poi, si traduce nell’impossibilità, di fatto, di utilizzare il codice fiscale d’origine per procedere a tutta una serie di attività e pratiche amministrative - come l’iscrizione al servizio sanitario nazionale o alle federazioni sportive – o per usufruire di incentivi e bonus correlati alle politiche familiari e giovanili. Allo stesso tempo le famiglie che non sono ancora adottive si trovano nell’impossibilità di richiedere il congedo parentale, fondamentale e necessario per poter costruire un rapporto di affettività con il minorenne.

Di qui la necessità sollevata dalla Garante nazionale Albano di affrontare la questione - anche “elevando a sistema” le prassi virtuose messe in atto da alcune Agenzie delle Entrate territoriali, che hanno previsto un codice fiscale provvisorio – e la sua disponibilità ad avviare sin da subito un confronto con tutti gli interlocutori istituzionali per individuare eventuali ulteriori soluzioni.

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