Terragni: “Prelievi e casa-famiglia, serve una riforma nel rispetto dei diritti dei minori”
Al convegno di Torino, l’Autorità garante sollecita dati certi, ascolto dei bambini e stop a pratiche ascientifiche

Nel suo intervento al convegno “Famiglia e minori: il libro bianco per la formazione sulla violenza”, tenutosi a Torino il 7 ottobre, l’Autorità garante Marina Terragni ha evidenziato la necessità di una revisione profonda delle prassi che riguardano il collocamento dei minori in casa-famiglia. “Non disponiamo di dati aggiornati sui prelievi, sulle motivazioni, sulle modalità e sugli esiti”, ha affermato, sottolineando come l’assenza di una fotografia chiara del fenomeno ostacoli ogni intervento efficace.
Terragni ha denunciato l’uso improprio dell’intervento della forza pubblica nei casi di rifiuto da parte del minore di incontrare un genitore, spesso ricondotto a presunte condotte ostative della madre. Ha ricordato che il principio dell’ascolto del minore, sancito dalla legge, non può essere aggirato, e ha citato sentenze che ne ribadiscono l’imprescindibilità.
Nel caso Monteverde, la Garante ha segnalato il rischio di aggravamento della sindrome di Fabry della bambina a seguito del trasferimento in casa-famiglia, ottenendo dal tribunale una perizia medica indipendente che ha confermato le preoccupazioni.
Terragni ha criticato l’uso di concetti ascientifici come l’alienazione parentale e le cosiddette reunification therapy, definite “forme di tortura” da esperti Onu. Ha inoltre evidenziato come le denunce di violenza possano penalizzare chi le presenta, scoraggiando la segnalazione di abusi.
Tra le proposte avanzate: una riforma della formazione degli assistenti sociali e l’istituzione di un osservatorio presso l’Autorità. In conclusione, ha invitato a riflettere sul concetto di bigenitorialità, affinché i diritti dei genitori non prevalgano su quelli dei minori.