30/01/2017 Editoriale

No allo smantellamento del tribunale per i minorenni e della procura minorile Sì ad una riforma della giustizia a misura di bambino

In questo momento storico occorre aumentare il sistema di protezione dell’infanzia, centrale per il futuro dell’Italia, in presenza di nuove sfide rese urgenti dalla situazione di povertà economica e dall’arrivo in Italia di tanti minori migranti.

La riforma del processo civile approvata alla Camera e in discussione al Senato rischia invece di indebolirlo realizzando un doppio effetto negativo:

  1. La scomparsa della procura minorile produrrebbe il rischio di una grave dissoluzione del bagaglio di enorme competenza ed esperienza di cui essa è portatrice. La procura minorile non ha competenza solo in ambito penale, per i ragazzi autori di reato - che devono comunque essere rieducati trattandosi di personalità in evoluzione - ma anche in ambito civile, per tutelare i bambini e i ragazzi privi di adeguate figure genitoriali o sottoposti a situazioni pregiudizievoli. Per non parlare dei compiti di sorveglianza delle comunità in cui vivono minori fuori dalla famiglia di origine, la cui regolarità è di vitale importanza per la buona riuscita dei percorsi di sostegno e per evitare sospetti di abusi ai danni di soggetti deboli. Occorrono magistrati dediti in via esclusiva ai compiti di tutela di bambini e ragazzi anche per realizzare la funzione di filtro rispetto a tante istanze di disagio minorile.
  2. La soppressione del tribunale per i minorenni e la creazione, in luogo dei tribunali soppressi, di sezioni specializzate del tribunale ordinario non risolve l’attuale frammentazione di competenze.

Il rischio che il patrimonio professionale, culturale e il modello di giurisdizione a tutela delle persone di minore età - “conquiste di civiltà” per il nostro Paese - possa essere compromesso deve assolutamente essere evitato.

Filomena Albano

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