22/10/2015 Notizie

Scampia, una palestra presidio di legalità

Come un fiore in un deserto di cemento. E’ questa la sensazione che si ha entrando nella palestra Star Judo Club di Gianni Maddaloni a Scampia. L’oro di Scampia, come il titolato del film. Un’istituzione baluardo in un territorio difficile che nel tempo si è fatta portavoce dello Stato, quando lo Stato non c’era più. Un paradiso in una delle più grandi piazze di spaccio di droga in Europa e ad alto tasso camorristico. Ma anche una zona piena di persone oneste che nonostante tutto vivono nella legalità.

Un argine saldo, come la schiena di Gianni Maddaloni che però da solo non basta. Una storia che si ripete anno dopo anno, prima ancora dell’oro olimpico a Sydney 2000, conquistato dal figlio Pino. Una palestra che è scuola di vita. Con delle regole. Con dei codici. Gianni Maddaloni, ’o Maè, come lo chiamano in palestra, non è un semplice allenatore ma un punto di riferimento per tanti ragazzi.

Ci sono tante storie da raccontare, tante vite da scoprire. Come quella di Antonio, 14 anni, figlio di un boss in carcere, oggi grazie all’incontro con lo sport è stato strappato a un percorso malavitoso e studia musica al Conservatorio di Napoli. Un futuro campione. Futuro. Questa è una parola che manca dai dizionari di quella parte di Napoli. Il maestro sta insegnando a riscriverla tramite lo sport. Che è una seconda possibilità. E forse l’unica.

Abbiamo incontrato Gianni Maddaloni più volte. L’anno scorso l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, in occasione del 25° anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, con il ricavato dell’evento di solidarietà organizzato al Teatro Politeama di Napoli, ha sostenuto alcune iniziative portate avanti dall’Associazione Star Judo Club. Lo abbiamo rincontrato un anno dopo per vedere cos’è cambiato, quali criticità, cosa ancora si deve fare.

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