27/10/2015 Notizie

"Abbraccialo per me", il cinema come strumento di sensibilizzazione

Abbraccialo per me” è il titolo del film del regista Vittorio Sindoni, presentato ieri in anteprima presso la Sala ANICA e patrocinato, per l’importante tematica che affronta, dall’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Il lungometraggio racconta la storia di una madre e suo figlio, affetto da una grave disabilità mentale, evidenziando la solitudine familiare, la difficoltà a individuare gli strumenti per sostenere il ragazzo e le reazioni della comunità scolastica, mediatica e sociale. All’evento, moderato dalla giornalista e scrittrice Patrizia Carrano, ha partecipato, insieme al cast del film e al neuropsichiatra e scrittore Prof. Luigi de Maio, il garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Vincenzo Spadafora, che ha sottolineato, a margine della proiezione, l’importanza di sostenere progetti come quello di Sindoni.

Film come quello di Sindoni - dichiara Spadafora - ci ricordano quanto sia importante il cinema come strumento di sensibilizzazione. Spesso abbiamo bisogno di identificarci nelle situazioni per riuscire a comprenderle pienamente - continua il garante - per questo come Authority abbiamo scelto di dare il nostro patrocinio ad “Abbraccialo per me”: ci pone non solo davanti a un dramma qual è la disabilità mentale infantile ma anche davanti alle nostre coscienze. Purtroppo spesso le famiglie che vivono problematiche di questo tipo vengono lasciate sole e isolate anche dalla comunità civileperché della disabilità mentale si conosce e si parla ancora troppo poco; è invece importante trovare gli strumenti per imparare ad affrontarla’.

Al termine della proiezione il regista Vittorio Sindoni ha commentato l’esito della proiezione.

Sulla carta questo era un film difficilissimo da realizzare e io sono contento di averlo fatto - spiega Sindoni - perché è un’occasione per stare vicini alle famiglie colpite da situazioni dolorose come quella di crescere un figlio con una disabilità mentale. Sono molto soddisfatto - continua il regista - anche perché sui social si sta manifestando un ampio interesse nei confronti del film e il desiderio di vederlo. Ciò che però è veramente importante - conclude - è che il problema delle famiglie, che si trovano ad affrontare situazioni così complesse, trovi interesse e visibilità senza retorica e falso pietismo in un film che apre anche alla speranza. Quella di cui queste persone hanno bisogno’.

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