15/03/2023 Notizie
Famiglia

Oblio oncologico, Autorità garante infanzia: “Segno di civiltà, ma cautela nei casi di adozione”

Garlatti: "È un diritto sacrosanto, ma quando c’è di mezzo il futuro di un bambino non vanno introdotti automatismi”  

“Chi ha avuto un tumore ed è guarito può adottare un bambino?” La questione è stata al centro di un’audizione dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, tenutasi stamattina al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro a proposito di una proposta di legge del Cnel che mira a introdurre in Italia l’oblio oncologico. “Non esiste ad oggi alcun divieto di adottare nei confronti di persone che hanno alle spalle esperienze di malattie tumorali”, dice Garlatti. “Va fatto un accertamento caso per caso, che coinvolge numerosi fattori e che è giustificato dalla responsabilità di scegliere il futuro per un bambino che ha un trascorso di abbandono e sofferenza”. 

L’iniziativa del Cnel va infatti a investire, oltre che questioni di natura finanziaria e assicurativa dei consumatori, anche alcuni aspetti della legge 184 del 1983 che fissa le norme sull’adozione dei minorenni. “Per un adeguato bilanciamento tra i diritti dei potenziali futuri genitori e quelli dei bambini e ragazzi serve cautela, soprattutto superando ogni visione adultocentrica”, prosegue a margine dell’audizione Carla Garlatti. “Occorre che la considerazione dell’interesse superiore del minorenne sia preminente, per cui a mio avviso è meglio evitare ogni automatismo anche perché va considerato che la prognosi di recidiva varia a seconda del tipo di tumore e che in questo campo la scienza sta facendo progressi importanti. Quello che bisogna domandarsi è se nel caso concreto le possibilità di riammalarsi sono sovrapponibili a quelle che ha chi non si è mai ammalato: se la risposta è sì non può esserci alcun impedimento”.  

“Il problema fondamentale semmai è il pregiudizio, se non lo stigma, spesso riservato a chi è guarito dal cancro”, prosegue Garlatti. “Talora l’aver superato una prova così difficile testimonia la capacità di una coppia di saper affrontare un percorso impegnativo come può essere quello dell’adozione. Occorre allora un cambio culturale: servono più campagne di sensibilizzazione e più formazione per i professionisti coinvolti nelle valutazioni in tema di adozione”. 

L’iniziativa del Cnel si inserisce nella cornice delineata da una risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 in materia di tutela dei consumatori, che ha chiesto il riconoscimento del diritto all’oblio, entro il 2025, per tutti i pazienti europei dopo dieci anni dalla fine del trattamento e fino a cinque anni se la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età. “Ma contrarre un mutuo e adottare un bambino non sono la stessa cosa”, conclude l’Autorità garante. “L’oblio oncologico rappresenta un segno di civiltà sotto molti punti di vista, a patto che si delinei un confine tra il rispetto dei diritti del futuro genitore e quelli del bambino in adozione”.  

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