11/06/2025 Notizie
Protezione

Maltrattamenti su bambini e adolescenti: aumentati in Italia del 58% in cinque anni

Presentata la III Indagine nazionale di Autorità garante, Terre des hommes e Cismai. Quasi 114 mila le vittime, l’87% dei casi registrato in famiglia

In Italia risultano in carico ai servizi sociali 374.310 minorenni, di questi 113.892 sono vittime di maltrattamento, ovvero il 30,4%. Si tratta al 31 dicembre 2023 di un aumento del 58% rispetto alla precedente indagine del 2018, in cui i minorenni in carico ai servizi sociali vittime di maltrattamento rappresentavano il 19,3%. Sul totale della popolazione minorenne residente in Italia questo significa un passaggio da 9 a 13 minorenni maltrattati ogni mille. Un’impennata registrata nell’arco di soli cinque anni. 

È quanto emerge dalla III Indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia, condotta Terre des Hommes e Cismai per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che è stata presentata stamattina nella Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri dall’Autorità garante Marina Terragni, dalla presidente della Fondazione Terre des Hommes Italia, Donatella Vergari, e dalla presidente Cismai, Marianna Giordano. Ha portato il saluto della Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, la vice capo di gabinetto Assunta Morresi.

La forma di maltrattamento più frequente è il Neglect (trascuratezza) subito dal 37% dei minori, seguita dalla violenza assistita, al 34%. Violenza psicologica e maltrattamento fisico, invece, incidono rispettivamente per il 12% e l’11%. Meno diffuse risultano la patologia delle cure (4%) e l’abuso sessuale (2%). Il maltrattamento colpisce indistintamente maschi e femmine ma l’indagine riporta, per la prima volta, anche un quadro puntuale delle forme in cui ciascun genere ne è vittima. Un dato balza all’occhio: nell’87% dei casi il maltrattante appartiene alla cerchia famigliare ristretta, senza differenze a livello territoriale. 

La III Indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia prende in considerazione 326 comuni italiani, selezionati da ISTAT, a fronte dei 196 considerati nell’edizione precedente del 2021, comprese 12 città metropolitane, coprendo così un bacino di 2.733.645 minorenni. L’indagine analizza il fenomeno con dati al 31dicembre 2023 e rappresenta l’unica fotografia post pandemia da Covid-19 del maltrattamento ai danni di infanzia e adolescenza.

Contenuti
  • Terragni: "Impressiona il fenomeno della violenza assistita"
  • Quanti sono i minorenni maltrattati in Italia
  • Età e servizi educativi
  • Di quali forme sono vittime
  • Differenze di genere nel maltrattamento
  • Chi è il maltrattante
  • Quanto dura la presa in carico
  • Come vengono supportate le vittime
  • Novità metodologiche

 

Terragni: "Impressiona il fenomeno della violenza assistita" 

“Dato impressionante, tra gli altri, quello della violenza assistita, che riguarda un terzo dei casi di maltrattamento. Unitamente al fatto che ben l’87 per cento di tutti i maltrattamenti avviene all’interno della cerchia familiare ristretta, quel dato segnala la necessità e l’urgenza di porre la massima attenzione alla famiglia, colpita da una crisi sempre più diffusa e profonda” commenta l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Marina Terragni. 

“Con questa Indagine consegniamo alle istituzioni uno strumento fondamentale affinché il nostro Paese possa costruire una risposta sempre più efficace e al passo con le avanguardie internazionali, contro la violenza a danno di bambini e bambine. – dichiara Donatella Vergari, Presidente di Terre des Hommes Italia –  A cominciare da azioni di rafforzamento del tessuto sanitario, educativo e sociale, per una più qualificata e pronta segnalazione delle vittime e per l’individuazione e accompagnamento delle fragilità genitoriali. Fattori imprescindibili di cui tenere conto in ottica di prevenzione del fenomeno”. 

“La III Indagine rappresenta un’importante tappa rispetto alla conoscenza, all’analisi ed alla misurazione del multiforme fenomeno del maltrattamento all’infanzia nel nostro Paese – dichiara Marianna Giordano, Presidente Coordinamento Italiano Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (Cismai)  – Lo studio permette di riflettere sull’impatto a breve medio e lungo termine sulle traiettorie di vita di bambine, bambini, adolescenti e rappresenta uno strumento prezioso per i decisori politici, per gli amministratori locali, per le operatrici e gli operatori territoriali per definire e realizzare politiche ed azioni appropriate in tutto il Paese per prevenire e contrastare la violenza e curare le piccole vittime e i loro genitori vulnerabili”.  

Quanti sono i minorenni maltrattati in Italia 

Come si è già detto Italia risultano in carico ai servizi sociali 374.310 minorenni, di questi 113.892 sono vittime di maltrattamento, ovvero il 30,4%.  Si tratta al 31 dicembre 2023 di un aumento del 58% rispetto alla precedente indagine del 2018, in cui i minorenni in carico ai servizi sociali vittime di maltrattamento rappresentavano il 19,3%. Sul totale della popolazione minorenne residente in Italia questo significa un passaggio da 9 a 13 minorenni maltrattati ogni mille. Un’impennata registrata nell’arco di soli cinque anni.  Al Sud l’aumento è del 100% con 10 minorenni su mille rispetto ai 5 del 2018. Significativo altresì è l’aumento del 45% del Centro-Nord. 

Età e servizi educativi 

L’intercettazione delle situazioni a rischio avviene principalmente solo a partire dai 6 anni. Al 31 dicembre 2023, il 18% dei minorenni in carico per maltrattamento, ha tra 0 e 5 anni, il 32% tra 6 e 10 anni e il 50% tra 11 e 17 anni. Questo dato, già emerso nelle precedenti indagini, solleva interrogativi sulla capacità di intercettare il fenomeno precocemente e di attivare azioni efficaci di prevenzione primaria e secondaria da parte dei servizi su questa fascia d’età. La presa in carico, pertanto, avviene più frequentemente tra i 6 e i 17 anni, quando le situazioni di disagio risultano spesso già consolidate. Un elemento chiave che contribuisce a questa difficoltà è rappresentato dalla bassa frequenza di bambini e bambine nei servizi educativi per la prima infanzia. Attualmente, solo il 28% di bambini e bambine sotto i tre anni trova posto nei nidi o in altri servizi educativi analoghi, con forti disparità territoriali, soprattutto al Sud, dove in alcune regioni la copertura scende sotto il 15%.

Di quali forme sono vittime 

Il neglect/trascuratezza, nelle sue tre forme, rappresenta la tipologia di maltrattamento più frequente (37%), seguita dalla violenza assistita (34%). La violenza psicologica e il maltrattamento fisico invece incidono rispettivamente per il 12% e l’11%. Meno diffusi risultano la patologia delle cure (4%) e l’abuso sessuale (2%). Più nel dettaglio sui tipi di trascuratezza: il neglect educativo è la forma più ricorrente con il 17%, seguito dal neglect emozionale e dal neglect fisico, entrambi al 10%. Mentre per le patologie delle cure l’ipercura conta l’1% dei casi e la discuria il 3%. Da sottolineare come l’abuso sessuale, oltre a incontrare maggiori difficoltà nell’essere riconosciuto e intercettato, non necessariamente arriva all’attenzione dei servizi sociali poiché può procedere direttamente per le vie giudiziarie senza che venga attivato nessun percorso di sostegno e intervento. 

I dati confermano la complessità del fenomeno: il 40% dei minorenni risulta vittima di più forme di maltrattamento, una proporzione che ricalca quanto già rilevato nell’Indagine del 2018. È importante leggere questo dato con cautela poiché a questa specifica domanda hanno risposto solo 295 comuni su 326. Pertanto, il dato non è rappresentativo dell’intero Paese.  

Differenze di genere nel maltrattamento 

L’indagine rileva che i minorenni di genere maschile in carico ai Servizi Sociali per maltrattamento risultano essere 57.963, rappresentando il 51% in carico per maltrattamento; mentre le femmine risultano essere 55.929, pari al 49%. La distribuzione è in linea con l’andamento demografico della popolazione minorile italiana. 
Sul totale dei minorenni residenti in Italia, il maltrattamento colpisce indistintamente maschi e femmine con 13 vittime su mille in entrambe le popolazioni di riferimento. 

Si notano inoltre differenze di genere nelle forme di violenza: i maschi sono più frequentemente vittime di neglect educativo, (54%), violenza assistita (52%) e patologia delle cure (54%) mentre le femmine sono più esposte ad abuso sessuale (77%) e violenza psicologica (53%). 

Chi è il maltrattante  

Nell’87% dei casi il maltrattante appartiene alla cerchia familiare ristretta. Nel 13% dei casi è esterno alla cerchia familiare. 

Chi segnala nel 52% dei casi è l’Autorità giudiziaria a segnalare il caso ai servizi sociali. Si tratta di un dato emblematico di un sistema di protezione che si attiva tardi, spesso solo quando il danno è già conclamato e viene formalmente rilevato. Le istituzioni educative – in particolare la scuola – contribuiscono solo nel 14% dei casi. Ancora più marginale è il ruolo delle famiglie (12%) e, soprattutto, delle strutture sanitarie, come ospedali e ambulatori, che nel complesso segnalano solo il 4% dei casi. Infine, i medici di base e i pediatri, pur essendo figure potenzialmente strategiche nella prevenzione e nell’individuazione precoce del maltrattamento, risultano pressoché assenti, con una percentuale dell’1%. L’indagine per la prima volta prende in considerazione anche il contesto sportivo quale fonte di segnalazione, che però non raggiunge una stima statisticamente diversa da zero.  

Quanto dura la presa in carico  

La durata della presa in carico da parte dei servizi sociali è nella maggioranza dei casi (56%) superiore ai due anni, a indicare la complessità delle situazioni trattate e la necessità di interventi continuativi. Tuttavia, si registrano forti differenze territoriali: al Sud e nelle Isole, i percorsi di presa in carico sono più brevi e in media durano meno di due anni. Questo potrebbe riflettere una minore disponibilità di risorse, una maggiore discontinuità nei servizi o un approccio meno strutturato all’accompagnamento delle situazioni.  

Come vengono supportate le vittime 

La tipologia dei servizi attivati mostra una certa disomogeneità: la categoria “altro servizio” rappresenta quasi un terzo degli interventi (29%) e potrebbe comprendere interventi diretti del servizio sociale professionale o interventi svolti in collaborazione con altri servizi sociosanitari.

L’assistenza domiciliare (18%), l’inserimento in comunità (13%) e l’assistenza economica (13%) rappresentano le forme più strutturate di sostegno, ma anche in questo caso la distribuzione varia significativamente tra aree geografiche e tipologie comunali.  

L’affidamento familiare, che rappresenta un modello preferibile e centrato sulla continuità affettiva e sociale, riguarda appena l’8% dei minorenni presi in carico, con incidenze più alte solo nel Nord-Ovest (10% dei casi).  

Inoltre, in una percentuale non trascurabile di casi (12%) non viene attivato alcun servizio specifico. Quest’ultimo dato non necessariamente va letto come assenza di interventi concreti offerti, in esso infatti potrebbero confluire quelle situazioni per le quali si è in fase di valutazione o in attesa di un provvedimento. 

Novità metodologiche  

La terza edizione dell’Indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia segna un salto di qualità rispetto alle precedenti, sia in termini di ampiezza del campione che in termini di allineamento agli standard internazionali. Il numero dei comuni partecipanti è passato da 196 a 326, includendo 12 città metropolitane e raggiungendo un universo di 2,7 milioni di minorenni.  

Il disegno campionario è stato realizzato da Istat, che, adottando la metodologia del sovra campionamento ha individuato un numero ampio di comuni (450) con l’obiettivo di non prevedere sostituzioni. Rispetto a questo numero iniziale, hanno risposto e partecipato all’indagine 326 comuni.   

Grazie ad una rigorosa stratificazione del campione e a successive azioni di riponderazione dei pesi, i dati raccolti sono rappresentativi di tutta la popolazione minorile italiana. 

La classificazione del maltrattamento utilizzata è quella dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e così la novità principale dell’Indagine è la presenza del neglect (trascuratezza grave) quale voce autonoma, sganciata dalla patologia delle cure e disaggregata, per la prima volta, in tutte le sue espressioni: neglect educativo, neglect emozionale e neglect fisico. 

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