11/05/2022 Notizie
Protezione

Social, proposto pacchetto di interventi. Carla Garlatti: “Serve soprattutto educazione”

Terminati i lavori del tavolo al Ministero della giustizia. Iniziative su età di accesso, baby influencer, condivisione delle foto online

Si è concluso ieri pomeriggio, con la consegna della relazione finale alla Ministra della giustizia Marta Cartabia, il Tavolo tecnico sulla tutela dei diritti dei minori nel contesto dei social networks, dei servizi e dei prodotti digitali in rete.  “I bambini da soli sui social, i genitori che ne condividono disinvoltamente in rete le foto, i baby influencer da tutelare nei loro diritti di minorenni e il diritto all’oblio dei più piccoli sono tra le questioni che abbiamo affrontato”, riferisce Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. L’Agia è stata la prima a sollecitare l’istituzione del tavolo – al quale hanno partecipato anche l’Autorità garante per le comunicazioni e il Garante per la protezione dei dati personali – che è stato presieduto dalla sottosegretaria alla giustizia Anna Macina.

Intervenire con la partecipazione dei minorenni

“Si tratta di emergenze per le quali occorre una risposta sul piano tecnico e legale”, aggiunge Garlatti. “Ma il digitale cambia fin troppo velocemente, per cui un’efficace risposta deve privilegiare la prevenzione, attraverso interventi sul piano educativo e culturale destinati agli adulti, ai ragazzi e ai bambini, sin dalla tenera età. Sono quelli che abbiamo proposto e che per funzionare davvero vanno realizzati con la partecipazione attiva degli stessi minorenni”.

Verifica dell’età e tutela dei baby influencer

Numerose le proposte di intervento emerse dai lavori del tavolo. Tra esse, un nuovo sistema per la verifica dell’età dei minorenni che accedono ai servizi digitali, basato sulla certificazione dell’identità da parte di terzi, così da mantenere pienamente tutelato il diritto alla privacy. A tale proposito l’Autorità garante ha ribadito l’opportunità, già sostenuta sin dall’introduzione in Italia del Gdpr, di innalzare da 14 a 16 anni l’età del consenso senza l’intervento dei genitori al trattamento dei dati da parti dei provider di servizi online. Altro punto sul quale ha lavorato l’Autorità è stato quello relativo al fenomeno dei baby influencer. A tal proposito il tavolo ha proposto l’introduzione di una disciplina, ispirata a una legge francese di recente approvazione, che prevede una verifica sui profitti generati online dai minori e il diritto all’oblio per i contenuti pubblicati. 

“Comunque – dice Garlatti – oggi è già possibile estendere l’applicazione delle norme pensate per altre forme straordinarie di lavoro minorile consentite dalla legge, come lo spettacolo e la pubblicità, sottoponendo i profitti realizzati dall’attività alla verifica dell’autorità giudiziaria, limitandoli e soprattutto vincolandoli ad alcuni tipi di spesa che rientrano nell’interesse della famiglia”.

Rimedi allo sharenting e campagne di sensibilizzazione

Altra proposta del tavolo è stata quella di estendere al fenomeno dello sharenting, vale a dire la condivisione online da parte di genitori e altri congiunti di foto di minorenni, la norma già contenuta nella legge sul cyberbullismo che consente al minore di ottenere la rimozione di immagini. Infine, altro punto sul quale si è particolarmente impegnata l’Autorità, è quello di mettere a sistema un insieme di campagne di comunicazione e sensibilizzazione, rivolte ai minori e agli adulti, da pubblicare sulle stesse piattaforme online delle quali si servono, con periodicità fissata insieme alle autorità in regime di co-regolamentazione.

È stato infine istituito un Coordinamento permanente tra le tre autorità al Ministero della Giustizia per dare seguito in maniera continuativa e stabile alle attività del tavolo.

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