27/07/2016 Editoriale

Lettera aperta della Garante Albano agli adulti

Cari genitori, cari adulti tutti, per rendere effettivi i diritti di tutti i bambini e ragazzi occorre che noi adulti siamo punti di riferimento per guidarli e sostenerli. Pur non volendo fare della cronaca quotidiana un faro di luce per trovare le chiavi di lettura della realtà, questo momento storico sembra denunciare l’interruzione di quella crescita di civiltà che, fino a qualche anno fa, sembrava ormai avviata verso un percorso di progressivo miglioramento sul fronte della cura e del sostegno delle persone di minore età. Diversi elementi sembrano concorrere a minare questo impegno, e la violenza sessuale ai danni di bambini e adolescenti, talvolta commessa da altri ragazzi e amplificata dal web, è un fatto grave e rilevante. Se è vero che la comunicazione globale attraverso la rete informatica è un traguardo straordinario, è anche vero che se ne può fare un utilizzo violento e ricattatorio. Il ruolo di guida che abbiamo, inoltre, non ci permette di ignorare le innumerevoli fonti di rischio cui si espongono bambini e ragazzi, “nativi digitali”, usando questi nuovi mezzi. C’è da fare un importantissimo passo in avanti sul piano dell’educazione, informazione, sostegno e ascolto delle persone di minore età, soprattutto se in età adolescenziale, quando nuove esigenze prendono vita nel corpo di ragazzine e ragazzini e si cominciano ad esplorare nuove esperienze. Anche in questa fase e sotto questo aspetto, un’educazione all’affettività è possibile ed evidentemente necessaria. Le relazioni devono potersi sviluppare sempre nel reciproco rispetto e con la capacità empatica ed affettiva della relazione intima umana. Se questa stagione della vita – l’adolescenza - viene vissuta prendendo in esempio messaggi aggressivi e sessisti cui siamo tutti sottoposti ogni giorno, diventa meno incomprensibile l’azione violenta di alcuni ragazzini nei confronti delle ragazzine. E proprio perché più comprensibile è ancor più dolorosa e sicuramente inaccettabile, e denuncia, senza molti dubbi, un’assenza o un’incapacità degli adulti nei confronti dei più piccoli che è necessario sanare. Noi adulti, non solo genitori ma anche come rete di riferimento delle persone di minore età, dobbiamo responsabilmente rispondere a questo tipo di comportamenti. L’auspicio è quello di rimettere in moto una qualità della comunicazione tra grandi e piccoli che sia basato sull’attenzione, sulla presenza e sulla comprensione. La cultura del rispetto dell’altro è probabilmente una delle più grandi sfide del nostro tempo e il concetto della responsabilità personale è una dimensione da vivere e condividere, adulti e minori insieme.

Filomena Albano

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