24/11/2014 Notizie

Idee e impegno per ripartire

Una formula da diffondere, perché è un modo per ragionare e stare insieme che dovrebbe diventare un format da esportare di città in città. Stiamo parlando del Sabato delle idee, che da tempo viene organizzato a Napoli da un gruppo di soggetti ampi e diversificati che vanno dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, alla Fondazione SDN, all'Accademia di Belle Arti di Napoli, al Conservatorio di Musica San Pietro a Majella, alla Città della Scienza che si sono messi insieme e hanno fatto rete e ogni sabato si trovano al Palazzo delle Arti per elaborare proposte ed individuare soluzioni.

L’appuntamento di sabato 22 novembre ha avuto come titolo “da Gaza alla Terra dei fuochi: tre progetti per l’infanzia” e così si sono alternate le immagini delle macerie della Striscia di Gaza alle note della giovanissima Orchestra dei Quartieri Spagnoli che coinvolge 37 ragazzi tra gli 8 e i 12 anni di una zona difficile della città usando il metodo pedagogico Abreu; poi le testimonianze commosse delle “Mamme delle cartoline della Terra dei fuochi”, che hanno perso un figlio per patologie legate con ogni probabilità ai disastri ambientali che la zona ha subito per sversamenti illeciti di rifiuti tossici per mano della criminalità organizzata; le riflessioni profonde del Presidente del Tribunale dei minorenni Melita Cavallo, i moniti di Gianluca Guida, direttore del carcere di Nisida, di Paolo Siani, presidente dell’Associazione pediatri italiani, di Ignazio Senatore, psichiatra. E le parole vibranti di Pierluigi Camilli, papà del giornalista Simone ucciso a Gaza in agosto. E gli interventi di Marco Salvatore, fondatore del “Sabato delle idee” e di Nino Daniele, assessore alla cultura del Comune di Napoli.

Tutti a domandarsi: perché si è arrivati a questo punto? Come mai si consentono certi orrori? Come facciamo a difendere di più i nostri ragazzi? E perché non ci si impegna e si protesta? Vincenzo Spadafora, ospite dell’appuntamento napoletano, ha iniziato il suo intervento facendosi una domanda: “Cosa fa l'Italia? Poco. Negli negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un arretramento del lavoro che dovrebbe essere fatto per infanzia e adolescenza. La Convenzione, sebbene scritta 25 anni fa, è ancora molto valida nel suo spirito fondamentale di tutelare i diritti di chi ha meno di 18 anni. Certo, non copre fenomeni che si sono verificati dall’89 ad oggi... Quando vedo iniziative come questa dell’Orchestra Quartieri Spagnoli – e ce ne sono tante - registro il paradosso di questo Paese che ha un simile capitale umano, grandi qualità e grandi doti, grande bellezza, e poi abbiamo situazioni di disagio sociali intollerabili. In due anni povertà raddoppiata. Si parla di bambini in modo retorico, mentre si dovrebbe investire. É nella responsabilità della classe dirigente fare delle scelte, decidere le priorità. Oggi dobbiamo immediatamente aiutare quei due milioni di persone che vivono in povertà assoluta”.

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