03/10/2016 Editoriale

L’azzardo non è un gioco

L’ art. 31 della Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo sancisce il diritto per ogni bambino ed adolescente al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età.

L’importanza del gioco, ed il suo rapporto con il movimento e con l’impegno anche mentale, è fondamentale per lo sviluppo e la promozione della salute psico-fisica dei bambini e degli adolescenti; il gioco è legato anche alla partecipazione ad attività artistiche, ricreative, culturali.

L’impegno dei soggetti con la responsabilità della tutela dei diritti delle persone di minore età deve promuovere le azioni in grado di costruire questo obiettivo.

L’azzardo non è un gioco, perché non risponde ai valori educativi e di sviluppo del benessere psico-fisico insiti nella parola gioco, ma richiama ad una concatenazione di azioni lasciate all’area dell’alea, del rischio, senza che venga richiesta alcuna particolare abilità.

Per questo parlare di “gioco d’azzardo”, non solo è fuorviante, ma eticamente non corretto nella prospettiva di milioni di bambini ed adolescenti ai quali lo Stato deve, invece, garantire, il diritto al gioco.

Bene  l’impegno del Governo che ha inserito nella legge di stabilità del 2016 misure atte a realizzare campagne di informazione e di sensibilizzazione, in particolare nelle scuole, sui fattori di rischio connessi al gioco d’azzardo ed ha istituito presso il Ministero della salute il Fondo per il gioco d’azzardo patologico –GAP, la cui ripartizione è attualmente al parere della Conferenza Stato-Regioni.

Ma le misure non appaiono sufficienti a garantire la tutela delle persone di minore età dai rischi da “azzardo” cui sono esposte.

I dati rivelano un trend in aumento di ragazzi a rischio e più esposti sono i ragazzi piuttosto che le ragazze, quelli residenti nel meridione, quelli appartenenti alle fasce marginali della popolazione. Più a rischio, inoltre i ragazzi che trascorrono molto tempo sul web.

Il Governo non può incentivare all’azzardo con la pubblicità - TV, Web, social network e siti sportivi - e contemporaneamente introdurre misure di contenimento e controllo anche e soprattutto a tutela delle persone minori di età.

Il superiore interesse del minore deve essere preminente e deve condurre ad una riflessione, eticamente orientata, che consenta di garantire il diritto al gioco come sviluppo del benessere psico-fisico del bambino e dell’adolescente e, perché tale diritto sia effettivo, è necessario che sia disgiunto dall’azzardo, che ha tutt’altro significato.

Filomena Albano

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